
rivista sul mondo che cambia
diretta da Dario Fabbri
edita da Enrico Mentana
L'Iran è scosso da proteste di matrice diversa. Alle rivendicazioni di pari diritti per le donne si sommano la richiesta di maggiore autonomia per le minoranze interne e il revival della Persia pre-islamica. Impulsi incomprensi in Occidente che potrebbero produrre effetti sorprendenti. Sulla forma del regime, sul Medio Oriente e sulla rivalità con gli Stati Uniti.
12 numeri per stare al passo
con il mondo che cambia
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—La rivoluzione resta lontana ma non impossibile
di J. Shapiro
—L’impero persiano alla prova dell’etno-nazionalismo
di L. M. Ricci
—Quale futuro per la teocrazia?
di P. Mattonai
—L’Iran guarda a Oriente
di R. Pecori
—Washington non si fida delle proteste
di F. Casarotto
—Le proteste avvicinano la guerra tra Iran e Israele
di Levantina
—Gli europei restano a guardare
di F. Maselli
—L’Iran indebolito rischia di perdere l’Asia Centrale
di D. Cancarini
—La crisi iraniana incendia il Nagorno-Karabakh
di D. Nocerino
—Cosa deciderà la guerra d’Ucraina
di D. Quintavalle
—Il conflitto passa dal Medio Oriente
di P. Figuera
—Metamorfosi di Odessa, terrazza ucraina sul mondo
di U. Poletti
—La svolta tedesca è già finita
di V. Ilari
—L’Italia deve concentrarsi sulla Tunisia
di D. Zurlo
Taiwan è epicentro della massima crisi mondiale, intorno a cui cinesi e americani provano la guerra mondiale. Un'accelerazione provocata dal conflitto ucraino, in questa fase segnato dalle difficoltà russe. Mentre la sfida per Formosa incide massicciamente sulla formazione del prossimo governo italiano e sulle elezioni brasiliane. La nuova rivista mensile sul mondo che cambia, diretta da Dario Fabbri ed edita da Enrico Mentana, nata per interpretare i movimenti intorno a noi. È uno strumento di geopolitica, pensato per trascendere la cronaca, per sondare le profonde cause dei fatti, per scorgere il futuro. Con l’obiettivo ultimo di descrivere la connessione tra gli eventi, capace di produrre conseguenze in teatri insospettabili, di innescare quell’effetto domino che sconvolge l’esistenza.
Da anni l'America si racconta in declino, in difficoltà sul piano interno e internazionale. In realtà, resta tuttora inarrivabile per i suoi nemici. Grazie a demografia, vocazione marittima, influenza culturale, tecnologia. Un vantaggio che soltanto i patimenti interni agli Stati Uniti possono scalfire.
Domino indaga la tempesta perfetta che potrebbe abbattersi sull'Italia, sull'Occidente e sul pianeta. La possibilità che la Russia utilizzi l'arma nucleare e che questo allarghi il conflitto alla Nato, dunque anche a noi. Poi la corsa per il gas tra i principali paesi europei che, se arrivasse la definitiva interruzione della fornitura russa, potrebbe costringerci a razionamenti e condurci in recessione. La prima parte del numero si concentra sula fase della guerra. La possibilità dell'atomica, la posizione di Kiev, la tenuta del fronte occidentale, il ruolo dell'intelligence americana.
Taiwan è epicentro della massima crisi mondiale, intorno a cui cinesi e americani provano la guerra mondiale. Un'accelerazione provocata dal conflitto ucraino, in questa fase segnato dalle difficoltà russe. Mentre la sfida per Formosa incide massicciamente sulla formazione del prossimo governo italiano e sulle elezioni brasiliane.
A poco più di un mese dalle elezioni, l'Italia è sospesa, come la sua rappresentazione statuaria in copertina: sollevata dal piedistallo, a mezz’aria. Anziana, in recessione demografica, post-storica, estranea al mare, evita scientemente di affrontare i suoi problemi strutturali, preferendo occuparsi di questioni minori o ideologiche. Ma presto gli eventi internazionali potrebbero metterla davanti alla realtà. Mentre in Ucraina la guerra continua, cerchiamo di capire meglio la Russia tramite la sua cultura, lingua e letteratura. Ma anche con reportage dal Donbass e dai Balcani. Infine uno sguardo al resto del mondo: all’Inghilterra del dopo Johnson, al Giappone del dopo Abe, alla politica estera degli Stati Uniti.
Il conflitto ucraino è segnato dallo scontro tra intelligence, dagli attacchi cibernetici, dalla percezione degli attori coinvolti. Da ciò che è invisibile agli occhi. Nel nuovo numero di Domino indaghiamo le dimensioni sotterranee della guerra in corso. Per comprendere chi sta vincendo la sfida tra spie, perché non si impone l'apparato cyber dei russi, quanto contano le informazioni da fonti aperte. Come si sta comportando l'Italia. Con la pubblicazione, in esclusiva, del sondaggio di Euroskopia su come i paesi europei guardano agli Quindi indaghiamo la psicologia e la visione dei russi che questa guerra hanno scatenato. Per farlo ne abbiamo analizzato l'animo profondo, la letteratura, la lingua. Con un saggio imperdibile di Paolo Nori. Infine proviamo, con largo anticipo, a tratteggiare il valore storico di questa guerra, inserendola nel lungo periodo.
Guidata dalla Francia, abbracciata da Germania e Italia, è emersa una Europa che teme tanto l'aggressività russa quanto la voglia di americani e baltici di giungere allo scontro finale con Mosca. Mentre si infiamma il Medio Oriente. Questa "Europa stretta" sopravvivrà agli eventi? In copertina questo mese: mani russe e americane che smontano le stelle dell’Unione europea.
Il secondo numero di DOMINO, Sfida Finale, indaga gli effetti della guerra in Ucraina, sin dalla copertina, che contrappone il Cremlino al Campidoglio di Washington. Mentre Kiev resiste e l'Europa è divisa, americani e russi paiono prossimi alla guerra diretta. Fin dove può arrivare la guerra? Fin dove può spingersi la controffensiva ucraina? È possibile un conflitto nucleare? Perché Parigi e Berlino provano a smarcarsi? Cosa pensa Roma?
L'aggressione russa all’Ucraina, l'evento più rilevante degli ultimi decenni, squarcia la bolla in cui vive(va) l'Europa occidentale. Dimostra che la storia non è finita, che il futuro sarà segnato dagli elementi fissi della vicenda umana: guerra, status, potenza. Irradia i suoi effetti sull'intero pianeta. Sconvolge gli equilibri del continente europeo, rilancia il riarmo della Germania, distrae pericolosamente gli Stati Uniti, consegna la Russia nelle grinfie della Cina. In vista dello scontro finale tra Washington e Pechino.